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Il CASH FLOW dell’impresa di costruzioni – Quattro consigli per migliorarlo

NUOVO MERCATO ANTICHI PROBLEMI

Il panorama del settore costruzioni italiano presenta oggi alcuni timidi segnali di ripresa, a volte tanto piccoli da non essere percettibili. Riqualificazione, ristrutturazione e manutenzione sono le linee guida di un cambiamento di paradigma evidente e necessario.

Ma tra i tanti temi attuali che l’impresa di costruzioni italiana affronta, nell’era del IoT (Internet of think) e del Industry 4.0, c’è ne è uno più antico che oggi desta maggiore preoccupazione e che è rappresentato dalla CASSA.

La leva finanziaria in passato non era mai un problema, il rapporto con il sistema bancario era “facile” e gli importanti margini di gestione compensavano costi e oneri bancari anche importanti.

Oggi tutto questo è completamente cambiato, il rapporto banca – impresa va radicalmente ripensato, da entrambi gli attori e partendo dalle considerazioni dello stato di fatto:

  • Stretta creditizia: le banche stanno riprendendo a finanziare le imprese “presentabili”, le altre no.
  • Tempi incasso: i giorni medi di incasso, specie nei confronti della PA, sono ancora molto lunghi, nonostante la fatturazione elettronica.
  • Struttura patrimoniale: l’impresa media italiana di costruzioni è sottocapitalizzata e quindi ha ancora bisogno del partner banca.
  • Margini: la riduzione del volume della produzione in generale ha contribuito ad una riduzione dei margini operativi aziendali.

IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA

Ma come reagisce l’impresa di costruzioni italiana in relazione al nuovo contesto?

Il quadro generale emerge dallo studio pubblicato nei quaderni del Dipartimento di Economia e Management dell’università di Ferrara a titolo: “La gestione finanziaria nelle imprese di costruzioni. Riflessioni da un’analisi empirica”, ricerca nata nel contesto del Construction Lab in collaborazione fra 888SP e il Dipartimento stesso.

Il lavoro si basa su un questionario inviato mediante posta elettronica a 200 aziende selezionate dalla classifica delle migliori 1000 imprese di costruzioni, redatta dall’Osservatorio Fillea grandi imprese. Il lavoro ha visto la collaborazione nella raccolta dei dati di importanti associazioni e software house.

L’obiettivo dell’indagine: Comprendere la diffusione di metodi e competenze per la gestione finanziaria e di tesoreria nel settore delle costruzioni.

La sintesi dei risultati è riassunta nel seguente riepilogo:

  1. Nelle PMI è l’amministratore o il titolare stesso a prendere le decisioni in ambito finanziario e di rapporto con le banche.
  2. Gli aspetti di valutazione preventiva dei fabbisogni di cassa di commessa sono spesso disattesi (budget finanziario).
  3. La gestione della cassa, anche per motivi contingenti, avviene su orizzonti temporali di breve o brevissimo periodo senza una specifica pianificazione a medio – lungo e senza una vera strategia finanziaria.
  4. Sono poco o per nulla utilizzati strumenti software dedicati alla gestione del cash flow aziendale.
  5. Nelle PMI oltre il 50% dichiara di avere una situazione di liquidità appena sufficiente o addirittura insufficiente.
  6. Quasi il 20% delle PMI dichiara che il principale problema della propria difficoltà risiede nella scarsa programmazione dei flussi.
  7. Il principale strumento per far fronte agli sbilanci di cassa è il ritardo nel pagamento dei fornitori.

Figura 1 – rappresentazione grafica principali emergenze della ricerca

E QUINDI?

Le conferme della ricerca dimostrano che la PMI del settore costruzioni può e deve affrontare il cambiamento necessario ad affrontare il rapporto banca – impresa e più in generale la gestione del cash flow aziendale, passando da una situazione passiva nella quale gli eventi erano gestiti nella quotidianità ad una situazione attiva e basata sulla pianificazione strategica degli aspetti finanziari.

Certamente i problemi sono tanti e tutti noti: ritardo nei pagamenti, le banche che non aiutano, le incertezze del cantiere, ecc. ma senza un approccio pragmatico alla pianificazione finanziaria il problema rimarrà “insoluto” aumentando per l’impresa i rischi di default.

Ma quali sono allora le linee guida su cui basare il cambiamento e che sono supportate dai risultati della ricerca. Vediamoli insieme:

  1. Definire una strategia finanziaria: significa cercare di valutare con la massima attenzione le dinamiche finanziarie del proprio business in relazione alle risorse monetarie disponibili o recuperabili con equilibrio sul mercato.
  2. Sviluppare una cultura aziendale di tipo manageriale: misurare significa controllare e quindi avere la possibilità di migliorare. Investire in formazione e comunicazione nel rapporto banca – impresa significa comprendere come ragiona la banca e quindi parlare la stessa lingua.
  3. Adottare una visione finanziaria a 360°: prendere in considerazione tutta la catena e quindi anche i fornitori, senza magari metterli davanti al fatto compiuto ma coinvolgendoli anche preventivamente a livello di partnership, ad esempio anche attraverso lo strumento rete d’imprese.
  4. Sfruttare la tecnologia: il mercato propone strumenti software gestionali che supportano le decisioni aziendali in relazione alle strategie finanziarie.

Per maggiori informazioni compila il form con i tuoi dati e scarica l’allegato “La gestione finanziaria nelle imprese di costruzioni. Riflessioni da un’analisi empirica” scritto da Enrico Bracci, Roberto Crepaldi,  Anna-Rita Ragazzi. Riceverai al tuo indirizzo email il link per effettuare il download.

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Roberto Crepaldi
Roberto Crepaldi

robertocrepaldi@libero.it

Dal 1990 lavoro nelle imprese di costruzioni, sono stato direttore generale e membro di diversi consigli di amministrazione di imprese di medie e grandi dimensioni. Sono co-fondatore di I.M.S (Integrated Management Services) e responsabile del settore controllo di gestione e contabilità direzionale.